Indigeno: nativo e originario del luogo.

Sveglia presto, giro del paese e colazione al "bar centrale" con il nostro Virgilio: il signor Rino. Statura bassa e andamento ondulante, una faccia grande e rugosa, orecchie e naso grandi, occhi color ambra e dentiera traballante. Un orco curioso. Rino ha girato l'Italia come operaio sulle autostrade, quindici anni fa ha subito un incidente e si è svegliato dal coma dopo sei mesi, stamattina aspettava l'avvocato. Seduti fuori il bar ci illustra e racconta la vita di ogni persona che passa, tutti vecchi che si godono la pensione. Accenna anche a tante morti improvvise in paese, gli chiediamo il perchè e lui risponde "eh, un male improvviso...". Ha gli occhi proprio vispi e simpatici, comunque. Non dice che male è, è solo "un brutto male". Poi dice anche che ora, li pummarole che lui raccoglie sono diverse, annerite..."prima erano belle come supersate!". Dice che anche nel lago del Pertusillo, che da da bere a Puglia, Basilicata e Calabria, c'è qualcosa che non va.

Negli anni 90 arrivano con prepotenza nelle terre dei contadini della Val d'Agri, gente con "accento del nord". Sapete cosa fanno le compagnie petrolifere prima di andare a trivellare in un luogo? Attuano studi sulla popolazione per capire come reagirebbero all'estrattivismo, per esempio, quando volevano trivellare nel Vallo di Diano, venimmo definiti "popolo mite"... Comunque, la gente della Val d'Agri campava di agricoltura, apparte l'abbandono da parte dello Stato, gli indigeni del posto, erano autosufficienti. Quando entri all'improvviso e con violenza nelle terre di persone autosufficienti come i contadini della Val d'Agri che, per fortuna, non stanno al passo del mondo globalizzato ma anzi, custodiscono la terra e la lavorano con sapienza antica, e gli avveleni le terre e le pecore, non solo gli regali "brutti mali", ma gli togli anche la propria autosufficienza, e le generazioni future, poi, come restano nella propria terra? Terra ricchissima di risorse e possibilità, però schiacciate ed ostacolate dalle multinazionali e dall'abbandono totale dello Stato (la questione meridionale è attuale), il sud Italia è una terra scelta per lo sfruttamento. Il giacimento di petrolio su terraferma più grande d'Europa (già il fatto che si trova in Italia ma nessuno lo sa e ne parla mi fa pensare sempre alla questione meridionale attuale), si porta con sè vari orrori sparsi in tutta la regione: il centro d'estrazione del giacimento Tempa Rossa sui monti tra Corleto Perticara e Gorgoglione, la discarica di idrocarburi più grande d'Europa a Guardia Perticara, il Tecnoparco di Pisticci, COVA il centro oli di raffinazione di Viggiano, dove petrolio e gas partono diretti dritto dritto all'Ilva di Taranto. Che terra sfruttata, il Sud. Prima di arrivare a Taranto però, c'è un altro luogo, un'altra valle ancora... la Valbasento. Il paesaggio cambia, distese di argilla bollente accolgono gli scarti del petrolio. Nel giro dell'orrore, passando tra i calanchi di Pisticci, vedi l'abbandono ed il vuoto che le compagnie petrolifere lasciano in regalo dopo, insieme all'aria radioattiva e a tanti, pericolosi e urgenti disastri ambientali. Vari pozzi d'estrazione sparsi in diverse zone della regione, soprattutto quelli a 50 metri dalle case e le capre dei pastori, che muoiono avvelenate e con le milze nere. Intanto la gente ha continuato a berlo il latte delle capre e a mangiare i pomodori che "erano come supersate", solo ad un certo punto, hanno notato che l'acqua che tiravano dai loro pozzi era arancione, che dai loro terreni iniziavano a fuoriuscire liquidi neri. Ma che ne sapevano loro, che quel mondo """civilizzato""" gli avrebbe portato solo "brutti mali", così brutti che nessuno ancora oggi li chiama con il loro vero nome. L'azione più violenta è quella di imporre, da fuori, un altro tempo e modo di vita diverso da quello autoctono. I meccanismi di colonizzazione sono gli stessi ovunque. Quindi mi fermo e mi chiedo solo: come mai un posto ricchissimo, dove vengono estratti milioni di euro al giorno, è il più povero d'Europa? Forse c'è qualcosa che non va.

Nicola, un libro vivente, in passato ha lottato con i comitati no petrolio della zona, ma ora è molto rassegnato. L'ARPAB (Agenzia Regionale Protezione Ambiente Basilicata) che dovrebbe monitorare il territorio, è finanziata da ENI, e questo ci dice già tutto. Essendo, il Parco Nazionale della Val d'Agri, un luogo protetto, i lavori di fabbrica non dovrebbero superare il 50%/60% delle loro possibilità di produzione, e quindi di inquinamento. ENI ne dichiara un quantitativo inferiore. Per quanto riguarda i posti di lavoro all'interno del Centro Oli di Viggiano, è vero che ne vengono offerti molti alla popolazione ma con contratti che in realtà durano pochi mesi e con assegnazioni e ruoli inutili come l'aiutante dell'aiutante dell'operaio. In pratica ti comprano con un contentino di pochi mesi. Questo è anche il motivo per cui il centro è sovraffollato. Nicola è oramai rassegnato, ha sempre lottato con comitati e manifestazioni, e dice che con facilità gli venivano offerti addirittura soldi ai tavoli di confronto. E' notte, la piazza si svuota e restiamo io, Antonio e Nicola sulla panchina rivolta verso valle, il centro oli è un mostro di luci in mezzo ad una valle buia e selvaggia; prima lì c'erano campi e vitigni, ci andava anche il signor Rino. C'è anche Grumento di fronte a noi, al centro della cartina dell'Impero Romano. Quando Enea era diretto a Roma, una parte del suo gruppo comandato dal generale Myentum, si fermò in Lucania, e appena arrivati nella Valle (oggi Val d'Agri) videro una gru posarsi sulla collina dove poi, venne fondata Gru-mentum. Originariamente però, il paese era chiamato Saponara in onore della dea Sapona e del suo altare (ara) presente sulla collina del paese. 

Ancora oggi gli abitanti di Grumento si chiamano Saponaresi. La Lucania è una terra molto antica, insieme a insediamenti e città più antiche del mondo e a luoghi vissuti da Pitagora, si porta dietro una sapienza e cultura orale millenaria, con un forte legame al sacro. Un sacro appropriato e toccato dal cattolicesimo ad un certo punto, ma con radici molto, molto più antiche. "Quà in Basilicata non teniamo ferrovie, aeroporti... Ma c'è qualcosa che c'è da prima di noi.". Le tecniche, i metodi magico-scientifici curativi, le conoscenze degli anziani stanno scomparendo. A Viggiano, prima dell'arrivo delle multinazionali del petrolio, si campava grazie all'agricoltura e alla costruzione delle arpe viggianesi, un tipo di arpa più piccola, che poteva essere trasportata con facilità, dato che i musicisti viggianesi erano nomadi. Ora, gli ultimi suonatori di suoni, stanno scomparendo.

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